Ortondonzia
Per diversi motivi i denti o le ossa mascellari possono presentare diverse anomalie che compromettono la giusta masticazione e il profilo facciale. L’ortodonzia, specifica branca dell’odontoiatria, tende a prevenire, attenuare o eliminare tali anomalie, tendendo a normalizzare gli organi e le aree interessate al fine di migliorare la masticazione o l’aspetto estetico.
Di norma questi interventi prevedono due tipi di terapia, spesso applicabili in maniera sequenziale. La terapia chirurgica prevede l’estrazione dei denti che ostacolano il corretto allineamento dentale o la corretta posizione dento-facciale. La terapia meccanica prevede invece la realizzazione di piccoli apparecchi per il corretto ripristino dell’arcata dentale.
Come interviene lo Studio Dentistico dott. Vergaro
Lo Studio Dentistico dott. Vergaro applica diverse tecniche ortodonziche specifiche per ogni classe di età del paziente.
Le prime visite vengono effettuate dai 6-7 anni di età per verificare la presenza o meno di malformazioni scheletriche che vanno corrette con apparecchi ortodontici: l’obiettivo è arrivare ad un corretto sviluppo dei mascellari per permettere la fuoriuscita di tutti gli elementi dentali nella giusta posizione. In caso di difformità è importante seguire attentamente l’eruzione dei denti permanenti guidandoli attraverso l’apparecchio che, in questo stadio, agisce solo sulla struttura ossea .
Solo al completamento della dentatura, se necessario, lo Studio Dentistico dott. Vergaro provvede ad applicare un secondo apparecchio, in genere fisso, per garantire a tutti i denti un allineamento ancora più preciso.
Gli adulti che hanno problemi moderati di allineamento possono applicare i nuovi apparecchi invisibili, mascherine trasparenti che non influiscono sull’aspetto estetico e quindi possono essere utilizzati tutto il giorno.
Il piano di trattamento ortodontico è frutto di un accurato esame radiografico e relativo tracciato cefalometrico, di un approfondito esame dei modelli in gesso, con relativa analisi dello spazio, ma anche di un’accurata analisi estetica del viso per garantire un risultato ottimale e armonico.
Per saperne di più
La cura delle dismorfosi facciali ha radici molto antiche. Il primo intervento di questo tipo si fa risalire alla correzione dell’ipermandibulia (III Classe scheletrica) della famiglia regnante degli Asburgo. Ma solo nei primi anni del ‘900, negli Stati Uniti il problema viene classificato in senso critico e scientifico: Edward Angle, in base alla posizione relativa dei primi molari permanenti (superiori e inferiori), distingue le malocclusioni in tre classi dando vita alla moderna ortodonzia.
La I Classe dentale, tipica della popolazione nord-europea, è caratterizzata dal molare superiore (cuspide mesio-vestibolare) che occlude nel solco tra la cuspide mesiale e centrale il primo molare inferiore e il canino superiore si incastra dal lato vestibolare tra canino e premolare inferiore.
La II Classe dentale è invece maggiormente presente nella popolazione indoeuropea: il baricentro del corpo sta davanti e la mandibola cresce e si sviluppa in posizione distale rispetto al cranio: pertanto il molare superiore (cuspide mesio-vestibolare) si incastra tra le creste marginali del secondo premolare e primo molare inferiore.
La III Classe dentale (Asburgo) si riscontra nelle popolazioni di origine asiatica ed è caratterizzata da associazioni di ipersviluppo mandibolare e iposviluppo mascellare con varie gradazioni di crescita: il molare superiore (cuspide mesio-vestibolare) occlude dopo il solco distale del molare inferiore.
Si tratta di una semplice classificazione clinica, ma nella popolazione mondiale esistono miliardi di possibili variazioni.